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IL DNA: cos’è, quando si forma e come si degrada

DNA
Fig. 1: Rappresentazione di una molecola di DNA

Il DNA o acido desossiribonucleico (in inglese DeoxyriboNucleic Acid) è la molecola che contiene le informazioni genetiche ed ereditarie di ogni essere vivente. Questa si trova all’interno di ogni cellula, che sia animale , vegetale o batterica; anche alcuni virus, come il Polyomavirus ed il Circovirus aviare, responsabile della malattia del becco e delle penne (BFDV), sono provvisti di DNA,  nonostante essi non siano a tutti gli effetti da considerare come esseri viventi, in quanto non hanno un proprio metabolismo e non riescono ad accrescersi e moltiplicarsi autonomamente.

Il DNA è composto da alcune subunità legate tra loro chiamate nucleotidi, a loro volta composti da una molecola di acido fosforico, una di desossiribosio (uno zucchero) e una base azotata: adenina (A), timina (T), guanina (G) e citosina (C). Queste legandosi tra loro formano la struttura a doppia  elica del DNA (fig.1). 

Il DNA è la base fondamentale della vita e contiene tutte le informazioni uniche di un essere vivente come il sesso, il colore delle penne, la specie di appartenenza o la forma del becco.

Quando si forma il DNA?

Il DNA si forma durante la fecondazione grazie alla “fusione” del DNA del padre e della madre, dando origine ad un DNA del tutto nuovo. Essendo presente fin dal primo giorno di vita del pullo, l’analisi di sessaggio molecolare può essere effettuata a partire da campioni di sangue (per questa pratica consigliamo vivamente di avvalersi di personale competente, come il medico veterinario, in quanto si tratta di un’operazione delicata che potrebbe originare complicazioni a carico dell’animale) o addirittura dalla membrana interna dell’uovo. 

Nel primo periodo di vita sono di fatto le penne a non essere pronte per l’analisi: gli animali sono ricoperti dal caratteristico piumino, costituito da piume molto sottili con funzione di isolamento termico. Pertanto è  necessario attendere la comparsa delle prime penne in crescita, il cui calamo si avvicina agli standard qualitativi ottimali richiesti.

Quanto dura il DNA e cosa ne facilita la degradazione?

La durata del DNA all’interno di un campione può variare di caso in caso: alcuni studi effettuati con tecnologie avanzate e molto costose sono stati in grado di dimostrare la presenza di DNA anche all’interno di reperti archeologici

Nel caso dei campioni di penne, il DNA con il passare del tempo va incontro a degradazione: i legami tra i nucleotidi che formano l’ossatura del DNA vengono rotti, rendendo in questo modo impossibile una chiara lettura delle informazioni in esso contenute., 

Diversi sono i fattori che possono provocare una degradazione precoce e rendere difficoltosa, se non impossibile, la riuscita dell’analisi, tra i più comuni ricordiamo: 

  • Presenza di acqua  sulle penne o di umidità all’interno della bustina 
  • Presenza di sangue sul calamo
  • Presenza di materiale estraneo nella busta (cibo, terra, pulviscolo…)
  • Calamo rovinato o sfilacciato.
  • Esposizione diretta alla luce del sole e ad alte temperature.

Se mantenuto in buone condizioni di conservazione, tuttavia, il DNA può preservarsi tranquillamente per diversi mesi e contribuire alla buona riuscita delle analisi.

Fig. 2 Campioni di penne con presenza di sangue sul calamo. Per garantire la conservazione risulta necessario avvolgere il calamo della penna in un foglio di carta assorbente, ma la riuscita dell’analisi potrebbe comunque essere compromessa.
Fig. 3 Campioni di penne con presenza di materiale estraneo nella bustina. Si consiglia di inserire le penne in bustine di plastica pulite. 
Fig. 4 Campioni di penne con calamo rovinato. 
Fig. 5 Campione con presenza di acqua all’interno della bustina.
FEM2-Ambiente