Il Macrorhabdus ornithogaster e la megabatteriosi
Il Macrorhabdus ornithogaster è l’agente causativo della megabatteriosi, una malattia scoperta all’inizio degli anni’80 e diffusa in tutti i Paesi in cui è praticato l’allevamento di specie aviarie.
Inizialmente identificato come batterio (da cui il nome “Megabatterio”, utilizzato ancora oggi) questo agente patogeno dal 2003 è stato riclassificato come lievito, prendendo così il nome di Macrorhabdus ornithogaster.
La megabatteriosi è una malattia che colpisce l’apparato digerente. Questa si manifesta con difficoltà nella digestione e nell’assimilazione degli alimenti, è possibile infatti trovare la presenza di semi o cibo non digerito nelle feci. Ne consegue un aumento di fame nel soggetto che, nonostante l’aumento dell’assunzione di cibo, continua a dimagrire. Gli uccelli muoiono per complicazioni legate alla malnutrizione, anche se in alcuni casi il decesso può essere improvviso a causa di vomito o soffocamento.
La megabatteriosi è una patologia che colpisce molte specie aviarie: pappagalli di varie dimensioni come cocorite, inseparabili, calopsite, cenerini, cacatua ma anche cardellini, canarini e persino gli struzzi.
Il contagio tra soggetti avviene per contatto di feci, saliva, vomito o materiale rigurgitato di soggetti infetti.
Megabatteriosi : Diagnosi e terapia
La conferma della diagnosi si ottiene dall’analisi microscopica delle feci o da prelievi del gozzo.
Va sottolineato che i megabatteri sono stati isolati anche in volatili clinicamente sani. Molti studi hanno accertato che alcuni volatili colonizzati dal Macrorhabdus ornithogaster non mostra alcuna manifestazione clinica della malattia, né lesioni evidenti. Questi tuttavia possono trasmettere il fungo ad altri soggetti eliminandolo attraverso le feci. La prevenzione è quindi importante.
Ad oggi esistono terapie che possono portare alla guarigione dei soggetti, soprattutto se la megabatteriosi viene diagnosticata precocemente.
Per una corretta terapia è necessario rivolgersi sempre ad un medico veterinario che possa indicare i giusti interventi. Soluzioni fai da te potrebbero peggiorare la situazione.
Una volta individuata la presenza del fungo è inoltre necessario eseguire un’accurata pulizia di gabbie e accessori, perché i pappagalli colpiti potrebbero reinfettarsi con le loro feci.
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