Si avvisa la gentile clientela che i nostri uffici e laboratori saranno chiusi dal 21 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 compresi. L'attività riprenderà regolarmente martedì 7 gennaio 2025. Sarà possibile analizzare, prima della chiusura, i campioni che arriveranno al nostro laboratorio entro e non oltre venerdì 13 dicembre 2024. Si consiglia di non spedire durante la chiusura. FEM2 - Ambiente augura a tutti buone feste!
La Proventricolite dilatativa (PDD) è una condizione patologica che colpisce il sistema neurologico e il tratto gastrointestinale degli uccelli. Tra le diverse possibili cause vi è l’avian bornavirus (ABV).
Riscontrata inizialmente negli Ara, questa patologia interessa più di 80 specie di psittaciformi e non, sia in cattività che in natura. Oltre ai pappagalli per esempio, sono coinvolti canarini (Serinus canaria), verdoni (Chloris chloris), oche canadesi (Branta canadensis), falchi pellegrini (Falco peregrinus).
Il PDD può causare una vasta gamma di sintomi, tra cui rigurgito, vomito, perdita di peso, debolezza e paralisi.
Il Macrorhabdus ornithogaster è l’agente causativo della megabatteriosi, una malattia scoperta all’inizio degli anni’80 e diffusa in tutti i Paesi in cui è praticato l’allevamento di specie aviarie.
Inizialmente identificato come batterio (da cui il nome “Megabatterio”, utilizzato ancora oggi) questo agente patogeno dal 2003 è stato riclassificato come lievito, prendendo così il nome di Macrorhabdus ornithogaster.
Il Polyomavirus aviare (APV) è noto per essere l’agente causativo della malattia dei pulli: si tratta di un virus molto contagioso diffuso in tutto il mondo, che colpisce principalmente gli Psittaciformi. È stato identificato per la prima volta all’inizio degli anni ‘80 in soggetti appartenenti alla specie Melopsittacus undulatus (cocorita), ma molti studi epidemiologici effettuati fino ad oggi hanno dimostrato la sua capacità di infettare anche altre specie di pappagallo come ad esempio Inseparabili, Parrocchetti dal collare, Are, Conuri ed Ecletti.
Il circovirus aviare, indicato con l’acronimo BFDV (Beak and Feather Disease Virus), è il virus responsabile della malattia del becco e delle piume degli psittacidi, conosciuta anche con l’abbreviativo PBFD (Psittacine Beak and Feather Disease), i cui sintomi caratteristici sono perdita di penne e deformità a carico del becco e degli artigli.
La PBFD è una tra le malattie virali più comuni nei pappagalli. Può colpire soggetti di tutte le età e taglie come: ara, cenerini, cacatua, inseparabili, calopsite, cocorite e parrocchetti, …
Uno dei problemi che più comunemente riscontriamo durante l’esecuzione dei test molecolari per il sessaggio è la degradazione del DNA dovuta alla presenza di sangue sui campioni di penne da sottoporre ad analisi.
Generalmente, il materiale ematico contiene un quantitativo di DNA maggiore rispetto a quello rinvenibile nei calami delle penne. Tuttavia la presenza di sangue rappreso su quest’ultima tipologia di campioni, soprattutto nelle penne più mature o nelle penne più giovani, è dovuto alla morte delle cellule, con conseguente degradazione del DNA.
Il DNA o acido desossiribonucleico (in inglese DeoxyriboNucleic Acid) è la molecola che contiene le informazioni genetiche ed ereditarie di ogni essere vivente. Questa si trova all’interno di ogni cellula, che sia animale , vegetale o batterica; anche alcuni virus, come il Polyomavirus ed il Circovirus aviare, responsabile della malattia del becco e delle penne (BFDV), sono provvisti di DNA, nonostante essi non siano a tutti gli effetti da considerare come esseri viventi, in quanto non hanno un proprio metabolismo e non riescono ad accrescersi e moltiplicarsi autonomamente.
Il DNA è composto da alcune subunità legate tra loro chiamate nucleotidi, a loro volta composti da una molecola di acido fosforico, una di desossiribosio (uno zucchero) e una base azotata: adenina (A), timina (T), guanina (G) e citosina (C). Queste legandosi tra loro formano la struttura a doppia elica del DNA (fig.1).
Il DNA è la base fondamentale della vita e contiene tutte le informazioni uniche di un essere vivente come il sesso, il colore delle penne, la specie di appartenenza o la forma del becco.
Il sessaggio molecolare consente di determinare il genere (maschio o femmina) di un soggetto attraverso l’analisi di una porzione del suo DNA. (Scopri come richiedere l’analisi)
Questa tipologia di test è particolarmente utile in campo ornitologico in quanto permette di pianificare accuratamente e precocemente gli accoppiamenti, l’assortimento delle coppie, la vendita e lo scambio di soggetti. È efficace anche in quelle specie che non presentano differenze morfologiche o di comportamento fino ad una determinata età o addirittura per tutta la vita. Inoltre l’osservazione del comportamento può essere falsata da diversi fattori come: comportamenti anomali, cicli di luce che non garantiscono il raggiungimento dei corretti livelli ormonali o poco tempo a disposizione per l’osservazione dei soggetti.
Ma come si esegue il sessaggio molecolare?
Fase 1: Ricevimento e valutazione del campione
Un buon campione è fondamentale per la riuscita del test del sessaggio molecolare. Prima di sottoporre il campione ad analisi i nostri tecnici di laboratorio eseguono una valutazione visiva preliminare del campione per valutarne l’idoneità. Campioni con calamo assente o di dimensioni ridotte (inferiore a 3 mm) o un’eccessiva presenza di sangue così come la presenza di materiale organico o inorganico, possibile fonte di inibitori, rendono quasi impossibile la riuscita dell’analisi. In questi casi viene quindi richiesto immediatamente al cliente l’invio di una nuova campionatura.
Habitat naturale: Zone
boschive o foreste di bamboo situate ad un’altezza compresa tra i 150 e
i 1900 metri. L’habitat naturale di questa specie è minacciato da
cementizzazione e deforestazione, per questo motivo la Pernice dal
Collare è considerata una specie prossima alla minaccia di estinzione da
parte dell’organismo International Union for Conservation of Nature
La martinetta dal ciuffo (nome scientifico: Eudromia elegans) assomiglia ad una pernice per le sue corte ali, la corta coda e le zampe da abile corridore, ma è più grande e più veloce. Caratteristiche distintive sono
la cresta leggermente ricurva che le orna la testa e due linee bianche
che percorrono il muso, una delle quali si trova sotto l’occhio e arriva
fino alla metà del collo, la seconda parte dalla base del becco,
percorre le guance e raggiunge la gola.
Il
corpo è striato: il mento e la gola sono bianchi, la parte anteriore
del collo e superiore del petto sono striate, mentre la parte inferiore
del petto, la parte alta dell’addome, i fianchi ed il sottocoda sono
barrati.